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Legislazione, education ed ecodesign

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Queste le tre chiavi per far crescere l’industria nel segno della circular economy

Economia circolare? Una responsabilità di tutti, dal singolo cittadino che ricicla una bottiglia in plastica – siamo ancora a un riciclo pari al 9% nel mondo – al comparto industriale. Una scelta che non è solo etica o sociale, ma di business, l’unica che, a lungo termine, può portare profitto, vista la crescente sensibilità sviluppata dal consumatore finale. Che si producano packaging innovativi, lampade prodotti alimentari o bevande, che si sia aziende dell’automotive o della logistica oggi sono tante le realtà industriali che in tutto il mondo hanno già scelto di abbracciare nuovi paradigmi, affidarsi a modelli produttivi diversi e di investire risorse nella formazione di competenze interne alle proprie aziende, per fare in modo che la produzione possa contribuire positivamente al futuro dell’intero pianeta e ridurre l’impatto sulle generazioni future.

Un concetto diverso di fare business che non si può più ignorare e che va favorito attraverso la definizione di standard comuni, ma anche di un supporto legislativo europeo e locale, che, unito a una maggiore cultura e consapevolezza, può rappresentare un concreto acceleratore del cambiamento.

Non è un caso, per esempio, che laddove si punti a individuare le responsabilità individuali si arrivi a un riciclo di plastica pari al 97%, perché l’obiettivo è questo: trasformare i rifiuti e gli scarti di produzione da criticità a opportunità economica. Lo hanno raccontato il 23 marzo figure istituzionali del panorama europeo e CEO di realtà industriali nel corso del Circular Economy Summit – Intelligenza Artificiale e modelli di Economia Circolare: verso un ecosistema industriale rigenerativo.

Organizzato da Business International, divisione di Fiera Milano specializzata nell’ideazione e realizzazione di eventi e formazione, il Summit è stata l’occasione per lanciare il ritorno di The Innovation Alliance, l’appuntamento fieristico che – dal 3 al 6 maggio 2022 – vedrà svolgersi insieme in Fiera Milano quattro manifestazioni – Ipack-Ima, Print4All, Green- Plast, Intralogistica Italia –, accomunate da un unico obiettivo: presentare al mercato il meglio della meccanica strumentale in una logica di filiera, raccontare le soluzioni più innovative dedicate ai diversi settori produttivi industriali e avviare una riflessione condivisa sulle grandi sfide cui il mondo industriale è oggi chiamato a rispondere, dalla economia circolare all’industry 4.0.

Gli interventi hanno preso il via dalla riflessione sui nuovi modelli industriali derivanti dagli ecosistemi industriali rigenerativi a cura di Alice Bodreau, Strategic Partners Manager di Ellen MacArthur Foundation. Secondo l’esperta, l’economia circolare è fondamentale per contrastare il cambiamento climatico e raggiungere obiettivi legati ad altre sfide globali, offrendo al tempo stesso nuove e migliori opportunità di crescita. Non solo: le aziende che adottano modelli di business circolari possano ridurre il proprio profilo di rischio.

L’economia circolare può, infatti, essere utilizzata come strategia per ridurre i rischi: l’analisi di 222 aziende europee appartenenti a 14 settori diversi ha evidenziato che più alto è il livello di circolarità di un’impresa, minore è il rischio di insolvenza sul debito lungo un orizzonte temporale breve (1 anno) o mediolungo (5 anni). Rob Dellink, Senior Economist della OECD, ha tracciato un outlook da qui al 2060 focalizzandosi sui materiali e sottolineando come la direzione è proprio quella del recupero: a breve il riciclo soppianterà la miniera.

La circolarità non deve essere, dunque, un obiettivo del singolo paese, ma un indirizzo comune a livello globale, per questo diventa fondamentale attivare iniziative di cooperazione internazionale che consentano lo scale-up dell’attività circolare oltre i confini nazionali, con una standardizzazione dei criteri di utilizzo delle risorse, un allineamento sul framework produttivo e dell’impianto legislativo, lo sviluppo di regole comuni e di un network internazionale di cooperazione, la creazione di regole che incentivino il riciclo delle materie. Su 50 paesi analizzati oggi solo 13 incentivano l’attività di riciclo delle materie.

Si tratta di un approccio nuovo che, come ha raccontato William Neale, DG Environment’s Directorate B-Circular Economy della Commissione Europea, si è concretizzato nel primo action plan europeo nel 2015, che ha aumentato gli obiettivi di riciclaggio. Oggi si guarda alla seconda edizione di questo piano, che ha come focus la catena del valore, ma occorre, tuttavia, che i prodotti sostenibili diventino la norma in Europa, non l’eccezione, cercando di regolare i requisiti minimi perché un prodotto sia immesso sui mercati EU.

Un altro elemento fondamentale, prospettato da Neale, sarà il passaporto digitale dei prodotti, che consentirà di tracciare tutti i dati del prodotto, favorendone il riciclo o la riparazione e consentendo di aumentare la vita media del prodotto stesso. Esistono già le tecnologie per identificare e raccogliere questi dati, quello a cui si punta è creare link online per la consultazione di queste informazioni.

Standard e legislazione europea sono fondamentali, ma altrettanto lo sono i relativi incentivi economici finalizzati a promuovere politiche condivise, spingere il riciclo e monitorare la gestione rifiuti. In questo senso vanno i fondi legati al PNRR, come ha raccontato Laura D’Aprile, Head of Department of Ecological Transition and Green Investment del Ministero della Transizione Ecologica del Governo Italiano. Ci sono 2,5 miliardi sul tema economia circolare, investimenti supportati anche da due riforme strutturali: la Strategia nazionale su economia circolare e il Piano nazionale per gestione rifiuti. L’obiettivo principale, in Italia, è colmare il gap fra le regioni del nord e quelle del sud, incentivando in particolare la corretta gestione dei rifiuti. 600 milioni di euro sono destinati a creare hub specifici di smaltimento declinati per settori differenti: rifiuti elettronici, in carta e cartone, in Plastica e del settore tessile. È dunque fondamentale definire un target legato ai diversi contesti regionali, attuare criteri e linee strategiche per singole regioni per ridurre le differenze esistenti e incentivare la costruzione di impianti di riciclo che permettono raggiungere gli obiettivi europei.

L’intervento di Gianluigi Greco, Full professor in Computer Science and Engineering dell’Università della Calabria, Presidente di AIxIA – Associazione Italiana per l’Intelligenza Artificiale e membro di EurAI, ha approfondito l’interazione tra economia circolare e intelligenza artificiale e il ruolo della IA come concreto acceleratore per la realizzazione del nuovo modello economico.

Ci sono tre aree in cui l’AI può dare un contributo in termini concreti. La prima è quella del Design automatizzato, che consente di progettare materiali con specifiche caratteristiche, automatizzando un lavoro che manualmente risulta estremamente complicato, aiutando per esempio a produrre leghe e materiali a bassa tossicità. La seconda area di intervento è quella della manutenzione predittiva, che permette di capire qual è il residuo di vita di un prodotto e di aprire un eventuale secondo mercato.

Infine, l’AI può assumere un ruolo chiave nel riciclo e riutilizzo del materiale: robotica o videosorveglianza applicata possono dare un contributo importante alla individuazione e separazione dei materiali, che oggi purtroppo ancora in tanti casi viene fatta manualmente.

La seconda parte del Summit ha messo a confronto in una tavola rotonda CEO di realtà industriali internazionali rappresentative dei principali settori produttivi e della distribuzione che presenteranno le migliori soluzioni esistenti e le best practice a livello globale: Carlotta de Bevilacqua, CEO & President, Artemide; Giulio Bonazzi, CEO, Aquafil; Christophe Rabatel, CEO, Carrefour; Simon Pietro Felice, CEO & General Director, CAVIRO Group; Sara Scrittore, Vice President and General Manager, Southern Europe Hub, Colgate-Palmolive; Nazzarena Franco, CEO, DHL; Lamberto Vallarino Gancia, CEO, Domori – Illy Group; Francesco Pintucci, CEO, Isem Group; Pierroberto Folgiero, CEO & Managing Director, Maire Tecnimont; Radek Jelinek, CEO & President, Mercedes-Benz; Valentina Pasqui, Owner & Managing Director, Pasqui Coating Converting Printing Company; Giuseppe Di Martino, CEO, Pasta Di Martino; Massimo Zonca, Board member, Poplast.

Gli interventi hanno fatto emergere l’importanza di tre pilastri, fondamentali per far crescere l’economia circolare. Prima di tutto bisogna puntare sulla legislazione, sia in termini di gestione dei rifiuti, sia in termine di scambi dei rifiuti tra paesi e la loro gestione internazionale. Poi ci vuole la formazione, interna ed esterna, perché laddove c’è “cultura” ci sarà una migliore gestione del riciclaggio.

Infine, è fondamentale l’Ecodesign: la sostenibilità di un prodotto parte dal momento stesso della ideazione, perché la progettazione terrà conto della vita dei prodotti, puntando a una maggiore durata, alla loro possibilità di riutilizzo, ma anche all’impiego degli scarti di lavorazione. Così, in una visione circolare, infatti, i materiali di scarto del vino o della cioccolata diventano la base per la produzione di energia o di innovativi packaging, l’esubero di prodotti alimentari nella distribuzione entra in canali paralleli che rappresentano un concreto contributo al food waste.

Servono anche scelte di rottura: la collaborazione con i competitor per lavorare su standard comuni; la decisione di investire in nuove modalità produttive, che puntino alla sostenibilità sin dalla fase di progettazione e monitorino la sostenibilità dell’intera filiera, fornitori compresi; il coraggio di stravolgere i propri impianti produttivi. Investimenti importanti, che però consentiranno di restare competitivi e di contribuire concretamente al “cloosing the loop”. Appuntamento a Fiera Milano dal 3 al 6 maggio 2022 con The Innovation Alliance, l’appuntamento fieristico che vedrà lo svolgimento in contemporanea di Ipack-Ima, Print4All, GreenPlast, Intralogistica Italia ed un’offerta completa di tecnologie abilitanti per un modello circolare di produzione e distribuzione.


Legislation, education and ecodesign

These are the three keys to growing the industry in the name of circular economy

Circular economy? It’s everyone’s responsibility, from the individual citizen who recycles a plastic bottle – we’re still at a 9% recycling rate worldwide – to the industrial sector. A business choice, that is not just ethical or social, but the only choice able to bring profit in the long run considering the growing sensitivity developed by the final consumer. Whether the production is innovative packaging, lamps, food or beverages, or if it’s an automotive or logistics company, today many industrial realities around the world have already decided to embrace new paradigms, to rely on different production models and invest resources to train skills within their companies, so that production can contribute positively to the future of the entire planet, reducing the impact on future generations. A different concept of doing business that can no longer be ignored and must be encouraged through the definition of common standards, but also of a European and local legislative support, which, combined with a greater culture and awareness, can represent a concrete accelerator of change. It’s no coincidence, for example, that in those cases where the focus has been on identifying individual responsibility, plastic recycling reached 97%. Because the goal is precisely that: transforming waste and production waste from a critical issue into an economic opportunity. That’s what emerged last 23 March from the speeches made by institutional figures from the European scene and CEOs from industrial realities during the Circular Economy Summit – Artificial Intelligence and Circular Economy models: towards a regenerative industrial ecosystem. Organized by Business International, a division of Fiera Milano specialized in planning and implementing events and training, the Summit was an opportunity to launch the return of The Innovation Alliance, the trade fair event that – from 3 to 6 May, 2022 – will host four shows – Ipack-Ima, Print4All, GreenPlast, Intralogistica Italia – held together at Fiera Milano and united by a single goal: presenting to the market the best of instrumental mechanics in the logic of a supply chain, showcasing the most innovative solutions dedicated to the various industrial production sectors, and starting a shared reflection on the great challenges to which nowadays the industrial world is called to respond, from circular economy to industry 4.0.

The speeches were inspired by the reflection on the new industrial models deriving from regenerative industrial ecosystems made by Alice Bodreau, Strategic Partners Manager of the Ellen MacArthur Foundation. According to the expert, circular economy will be key to fight climate change and achieve goals related to other global challenges, while offering new and improved opportunities for growth.

Not just that: companies that are adopting circular business models can reduce their risk profile. Circular economy can, in fact, be used as a strategy to reduce risk: an analysis on 222 European companies belonging to 14 different sectors showed how the higher circularity level of a company is associated with a lower risk of debt default over a short (1 year) or medium-long (5 years) period. Rob Dellink, Senior Economist at OECD, presented an outlook from now up to 2060 focusing on materials and highlighting how recycling represents the future and will soon supplant mining. Therefore, circularity should not be the goal of a single country, but a common direction at a global level. For this reason, it is essential to activate international cooperation initiatives that allow the scale-up of circular activity beyond national borders, with a standardization of criteria for the use of resources, an alignment of the production framework and of the legislative system, the development of common rules and an international network of cooperation, the creation of rules encouraging the recycling of materials. Out of 50 countries that were analyzed, only 13 are incentivizing recycling activities. This is a new approach which, as stated by William Neale, DG Environment’s Directorate B-Circular Economy at the European Commission, resulted in the first European action plan of 2015, aimed at increasing recycling targets.

Nowadays they are working on the second edition of this plan, which is focused on the value chain, as we need sustainable products to become the norm in Europe, not the exception, through a regulation of the minimum requirements to place a product on EU markets. Another key element, outlined by Neale, will be the digital product passport, which will allow all product data to be tracked, thus encouraging recycling or repair and allowing an increase of the average product life cycle. The technologies to identify and collect this data are already present and at the moment the goal is to create online links for viewing this information.

European standards and legislation are essential, but so are the associated economic incentives to promote shared policies, foster recycling and monitor waste management. That’s where the PNRR funds are directed, as explained by Laura D’Aprile, Head of Department of Ecological Transition and Green Investment at the Italian Government’s Ministry of Ecological Transition. 2.5 billion are destined to circular economy, investments that are also supported by two structural reforms: the national Strategy on circular economy and the national Plan for waste management. In Italy the main goal is to bridge the gap between northern and southern regions, particularly by encouraging proper waste management. 600 million euros are earmarked to create specific disposal hubs for different sectors: electronic waste, paper and cardboard, plastics and textiles. It is therefore essential to define a target linked to the different regional contexts and to implement criteria and strategic guidelines for individual regions, so as to reduce the existing differences and encourage the construction of recycling plants to reach the goals at European level.

The speech by Gianluigi Greco, Full professor of Computer Science and Engineering at the University of Calabria, President of AIxIA- Italian Association for Artificial Intelligence and member of EurAI, analyzed the interaction between circular economy and artificial intelligence, together with the role of AI as an accelerator for the realization of a new economic model.

There are three areas in which AI can give a contribution in concrete terms. The first one is Automated Design, which enables to design materials with specific characteristics, thus automating a task that is hard to carry out manually, helping for example the production of alloys and materials with low toxicity.

The second area of focus is predictive maintenance, which allows to discover the residual life of a product and also to open up a possible second market. Finally, AI can play a key role in the recycling and reuse of materials: robotics or applied video surveillance can give an important contribution to the identification and separation of materials, which unfortunately in many cases is still done manually.

The second part of the Summit featured a round table discussion with CEOs from international industries representing the main production and distribution sectors, who presented the best existing solutions and best practices on a global scale: Carlotta de Bevilacqua, CEO & President, Artemide; Giulio Bonazzi, CEO, Aquafil; Christophe Rabatel, CEO, Carrefour; Simon Pietro Felice, CEO & General Director, CAVIRO Group; Sara Scrittore, Vice President and General Manager, Southern Europe Hub, Colgate-Palmolive; Nazzarena Franco, CEO, DHL; Lamberto Vallarino Gancia, CEO, Domori – Illy Group; Francesco Pintucci, CEO, Isem Group; Pierroberto Folgiero, CEO & Managing Director, Maire Tecnimont; Radek Jelinek, CEO & President, Mercedes-Benz; Valentina Pasqui, Owner & Managing Director, Pasqui Coating Converting Printing Company; Giuseppe Di Martino, CEO, Pasta Di Martino; Massimo Zonca, Board member, Poplast.

The speeches brought out the importance of three pillars that are key to developing circular economy. First of all, it’s essential to focus on legislation, both in terms of waste management and exchanging waste between countries, as well as for what concerns their international management. Then training is needed, both internal and external, because where there’s “culture” there will be a better recycling management. Finally, Ecodesign is fundamental: the sustainability of a product starts from the very moment of conception, because the design will take into account the life of the product, aiming at a longer life, a possibility of reuse, but also at using processing waste. With a circular vision, in fact, waste materials coming from wine or chocolate become the basis for the production of energy or innovative packaging, and the surplus of food products in large-scale distribution enters parallel channels providing concrete help against food waste.

Breakthrough choices are also needed: the collaboration with competitors to work on common standards; the decision to invest in new production methods with a focus on sustainability right from the design phase, while at the same time monitoring the sustainability of the entire supply chain, including suppliers; and also the courage to overhaul one’s own production facilities. These are important investments, but they will allow us to remain competitive and make a concrete contribution to “closing the loop”.

The appointment at Fiera Milano will be from 3 to 6 May, 2022 with The Innovation Alliance, the exhibition that will host simultaneously Ipack-Ima, Print4All, GreenPlast and Intralogistica Italia, together with a complete offer of enabling technologies for a circular model of production and distribution.


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